Lorenza Ferrari:
un nitido disegno creativo
poetico ed umano
di Bonifacio Vincenzi
“Significativa è
l’irradiazione poetica in questo itinerario creativo di Lorenza Ferrari.
Significativo e sorprendente il suo ri-viversi sulla pagina, nel verso. E poi c’è
il tempo. Equivoco, dondolante. E poi c’è lei che costringe i suoni, gli odori,
le immagini e tutto ciò che è passato a riapparire in una estensione
poetica fatta di magica bellezza, di conversione in amore rigenerato
dall’assenza. C’è un orizzonte creato da altri occhi, presenti e assenti,
dove lei completa il suo volo. C’è una rete di riflessi condizionati che viene
dal cuore. È poesia tutto ciò? Forse è qualcosa di più. Qualcosa che viene da
lontano. Una felicità intima, un fuoco che non brucia ma che
abbaglia,dove tutto, nell’essenza, ritorna ed è esattamente uguale a
quello che si è già vissuto.”
Il rimando evidenzia
quello che ho già scritto nella quarta di copertina di questa sorprendente
opera prima della poetessa Lorenza Ferrari. Sorprendente non
soltanto perché la raccolta in questione, Nuova Luna; edita da Aljon
Editrice di Mariagrazia Scarnecchia, è risultata vincitrice, guadagnandosi la
relativa pubblicazione, della prima edizione del Premio Letterario Nazionale Massimo Tamburi – accarezza un
sogno … , per autori under 35; ma anche per
la capacità dell’autrice di presentarsi subito ai suoi lettori con una non
comune, trattandosi di un’opera di esordio, solidità di immagini e di
metafore, in un nitido disegno creativo poetico ed umano.
L’aver scritto già una
nota che viaggia insieme al testo condiziona e non poco questo mio breve ed
ulteriore intervento. Ho già parlato del tempo e di quell’amore rigenerato
dall’assenza che insegue i passi nel silenzio, come a voler rivivere quella
vita cullata nei ricordi. Ma ci sarebbe ancora molto da dire perché la vita
della poesia ogni giorno travalica la sensazione da cui si origina, varca il
sentire e il suo esprimersi, va verso l’abbaglio del quotidiano e ritorna a sé,
diversa …
“Quella che ero/ appesa
per aria,/ legata al mio volo di strega pazza,/ venduta ho l’anima pur di
averti/ davanti a tutti/ non mi importa,/ fessura/ lama/ punto,/ arco massimo,/
caucciù la mia schiena,/ volere, volere te./ Vendermi al diavolo,/ buttare via
il resto./ Inesistenza di un ragionamento./ Salto altissima,/ oltre il non
ritorno./ La tua voce lontana ora. (…)”
Tutto è così profondamente
cercato, voluto: nessuna esitazione, la poesia vola alta, libera è
l’anima dalla zavorra, non ci sono più pesi a trattenere in basso. Magia
della poesia, quando c’è, quando il respiro è così ampio da farsi urgenza di
aderire ai tempi dell’intreccio …
“ (…) Il mio volo si abbatte/ alla tua
ricerca./ È un solco, è un arco,/ è un volo in te./ La pretesa folle/ di un
volo in me./ Cercami!/ Nell’estrema irruenza dell’arrivo, / la dolcezza delle
tue mani./ Non c’è mistero quando ti respiro,/ tutto è chiaro e ti ritrovo … (Diavolessa).
Per amore, certo. E per
tutti i panorami che dai quattro occhi guardano dal cuore la vita e il mondo. A
sguardi unificati, Lorenza Ferrari questo lo sa bene, non c’è tempo per
la “posa”. Si è straordinariamente vivi e neppure importa di saperlo.
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