sabato 8 agosto 2015

Giuseppe Napolitano







Giuseppe Napolitano:
vivere una vita … “a repentaglio”
di Bonifacio Vincenzi



“Ora so che sapevo. La mia paura di leggere Nietzsche era forse quella di scoprirmi vicino un insopportabile vicino. Perché mi sono sempre sentito un po' super, un po' più su di tanti altri; proprio perché non credo di sapere molto e vedo intorno tanta sfacciata sicurezza, e al tempo stesso, però, non so fare a me­no dell'altro. Mi è comunque insop­portabile pensare di essere "nel deserto" fra la gente.”

Dei venti brani che compongono l’ouverture di A repentaglio, la recente raccolta di poesia di Giuseppe Napolitano, pubblicata dalla Casa Editrice L’Arcolaio, sicuramente questo è quello, a mio avviso, che più lo rappresenta.

Il mistero e il miracolo della scrittura è in questa sincerità di fondo che si riversa sulla pagina manifestando, attraverso questi segni che parlano, tutto ciò che colui che scrive è, o, almeno, ciò che la vita gli ha consentito di essere.

Un po’ come scriveva Edmond Jabès:” io esisto perché sono stato plasmato dal meglio e dal peggio, da tutto quello che ho amato o rifuggito; da tutto quello che ho acquisito o perduto, secondo dopo secondo, dallo scorrere lento della vita.”

Foglio bianco senza risposta/ lo specchio ci dice ogni giorno/ se abbiamo o no la faccia/pronta per l'uso pronta a testimone/di verità indicibili altrimenti –//passa per mille frammenti la vita/e si frange in parole – lo specchio/ raccoglie e compone quel dire/che a fatica cercava la via//per esprimersi ed essere voce/ che non ha più domande da fare:/la poesia è risposta di vita.” (Trittico dello specchio)


Ma i poeti, come giustamente scrive Ida Di Ianni nella postfazione, “prima che specchio di se stessi, sono quello della realtà di cui assorbono rumori ed umori …” Quella realtà sempre più liquida che scorre velocemente …

“ (…)È vero siamo noi determinanti /nello scorrere – se anche rallentiamo/ il ritmo – del tempo che viviamo//Il tempo è la misura dell'esistere/non altrimenti calcolabile/– il modo/ di godere o sciupare il nostro tempo// C'è quello che sentiamo nostro quando/ ce ne accorgiamo e appena sta passando/ mentre aspettiamo un incontro di fortuna//C'è un tempo grande che tutti ci contiene/ ed è la somma semplice dei tempi/di tutti che viviamo/ – e andiamo avanti.” (Misura)

Forse, alla fine, se per Napolitano la certezza nella vita è un bisogno per acquietare inquietudini, paure e dubbi mai risolti, l’azzardo, al contrario, non aggira mai la verità, ma l’affronta, rendendo le relative conseguenze, frutto della propria azione e, di conseguenza, il prezzo eventualmente da pagare, rientra comunque in una scelta volontaria e mai passiva.






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